La capillare penetrazione della prima generazione normanna nel casale di Ullano portò alla costituzione di una fortificazione che copriva il territorio con funzioni di controllo.
Il casale aveva il suo castello, come riportano documenti datati1094 e 1098 e conservati nell’Archivio del Monastero di San Benedetto a Montecassino: Rocca, figlia di Drogone d’Altavilla, era stata eletta dai Normanni signora e contessa del “Castello de Ullano”. I Normanni si dedicarono, così, alla rifondazione della fortificazione già esistente, dove sarebbero andati a confluire gli abitanti del casale, sparsi per le campagne. Le tracce della fortificazione castellana portano al nucleo originale, costituito dal maschio o torre difensiva, ubicata nel periodo longobardo e bizantino nella località Cittadella, Çitatela, in collina, in una posizione inespugnabile per controllare l’antica via che conduce al Tirreno. Il castello occupava una posizione più alta rispetto al monastero ed alla chiesa.
Francesco Gravina
Studi sociologici e la passione per i viaggi lo portano ad interessarsi di fotografia.
L’apparecchio fotografico diventa da subito non solo strumento di documentazione ma, soprattutto, mezzo di ricerca introspettiva ed estetica. L’amore latente per la pittura, sviluppatosi nell’ adolescenza, va sempre più maturando ed arricchendosi, quindi, delle contaminazioni multidisciplinari e culturali. L’avvento del digitale in fotografia ed il bisogno del contatto diretto con la materia, da manipolare e plasmare, determinano il ritorno appieno alla pittura come esigenza primaria di espressione. Il linguaggio pittorico si avvale delle più svariate tecniche, per meglio descrivere le proprie esigenze, maturate dalla propria esistenza: “ bisogna vivere il proprio tempo e adoperare tutti i mezzi di cui l’ espressività può oggigiorno disporre, per descrivere meglio la condizione umana e i suoi bisogni più intrinseci, non rifuggendo, bensì accettando anche quelle contaminazioni che, divenute parte integrante del viver comune, arricchiscono la conoscenza dell’ uomo contemporaneo; è questo il proprio credo. Ed ecco allora che si può indagare un semplice muro, una porta, per scoprirvi i segni più reconditi dell’umana esistenza, così come rivolgere gli occhi al cielo per cercare di svelare l’arcano. Sono questi i dettami che indirizzano attualmente la sua ricerca. Ha partecipato a mostre, performances ed installazioni artistiche.
Vive e lavora a Montalto Uffugo.