San Giuseppe
I secolo a.C.
È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa
ortodossa. E’ definito come uomo giusto e ricordato come lo sposo di Maria e il padre putativo di Gesù. Presentato nella genealogia di Gesù come discendente del Re e profeta David, forse nato a Betlemme (o a Nazaret), esercitava probabilmente il mestiere di carpentiere o falegname. ll culto del santo, simbolo di umiltà e dedizione, nella Chiesa d’Oriente era praticato già attorno al IV secolo mentre in Occidente il culto ebbe una marcata risonanza solo attorno all’anno Mille, grazie ai monaci benedettini. I loro scritti costituirono un valido contributo per l’inizio del culto giuseppino, rimasto però legato ai loro ambiti religiosi, dove si cominciò a inserire il nome di Giuseppe nei calendari liturgici o nel martirologio. Secondo la tradizione, alcuni ordini religiosi cominciarono ad osservare la sua festa il 19 marzo, presumibilmente il giorno della morte. Nel calendario bizantino si fa memoria di San Giuseppe la domenica dopo Natale. Il simbolo con cui è rappresentato nelle immagini sacre è il bastone fiorito, divenuto in seguito un giglio.
A questo Santo è intitolata la Chiesa di Marri (frazione di S. Benedetto Ullano).
Antonio Gattabria
Nato a Cosenza il 12 luglio 1980, vive tutt’oggi con la famiglia a Spezzano Albanese, popoloso paese arbëresh della provincia di Cosenza. Sin da bambino si è risvegliato in lui un enorme interesse per le radici arbëreshe, che ha coltivato nel tempo, non solo attraverso lo studio di lingua, cultura, storia e tradizioni, ma nella concretezza della vita. Tra i diversi aspetti legati alla propria identità, particolare si rivela l’attenzione e l’amore per il rito bizantino, che sta segnando il suo cammino vocazionale e ministeriale. Ha seguito due diversi percorsi di studio universitario e post-universitario che lo hanno portato ad approfondire le conoscenze sia in ambito artistico che in quello teologico-religioso. Dal 2008 si dedica con costanza ed impegno nello studio teorico e nella pratica dell’iconografia bizantina storica e contemporanea. A tal segno, ha seguito negli anni numerosi corsi e stages di iconografia con diversi maestri italiani e stranieri. Ad oggi ha scritto numerose icone mobili e parietali diffuse su tutto il territorio nazionale e negli U.S.A., la maggior parte in collezioni private, alcune in chiese sia di rito latino che bizantino. Tra esse, spicca l’icona dell’incontro tra Cristo e Zaccheo, esposta alla venerazione nella cappella di “Casa Zaccheo” della Pontificia Università Lateranense di Roma. Particolare impegno profonde alla divulgazione e conoscenza dell’iconografia bizantina, con la conduzione di molti convegni, seminari, mostre e catechesi.