C’è un forte sentimento nei luoghi, nelle case, negli utensili che raccontano la nostra storia. Gli oggetti materiali, in particolare, richiamano emozioni e ricordi indelebili. Usati abitualmente in casa dagli abitanti del paese, parlano di cultura popolare e di società contadina raccontando una storia: quella del nostro passato e delle nostre radici. La pentola di rame stagnato per cuocere sul fuoco svariati alimenti, o l’anfora usata per trasportare l’acqua e mantenerla al fresco, fanno parte del patrimonio materiale della nostra cultura.
Costantino Di Ciancio
San Benedetto Ullano (CS) 1930-2012.
Nel 1949 emigra in Brasile e si dedica all’attività di intagliatore in legno. Frequenta l’Accademia di disegno Oberg di Rio de Janeiro e subito dopo inizia l’attività di grafico e illustratore, diventando direttore creativo della Doria Associados di San Paolo. Rientra in Italia, a Milano, nel 1963, lavorando come capo gruppo creativo alla CPV Italiana.
Collabora poi come illustratore per le riviste Epoca, Espansione e per varie pubblicazioni editoriali della Mondadori. Contemporaneamente alla sua attività si dedica alla pittura e nel 1974 la Galleria Treves lo presenta, con grande successo, ai milanesi. Nel 1981 torna nella sua terra, in Calabria, occupandosi interamente di pittura. Innumerevoli le esposizioni in Italia e all’estero.
Dà l’impressione, il nostro artista, di un eccezionale “artigiano” che fabbrica l’immagine pittorica giocando con l’illusione di diverse materie. Potrebbe apparire come un’arte sofisticata e altezzosa la sua, ma la componente prima è quella del gioco intellettuale dove si contempera l’idea dell’artigiano con quella del visionario. Sono suggestioni che sembrano scaturite da visioni entro un ipotetico “paese delle meraviglie”.